martedì 7 dicembre 2010

Emozioni, sempre emozioni

Nell'ultimo scritto avevo parlato di emozioni. E dello scampato pericolo. Adesso le emozioni tornano più forti e più adrenaliniche che mai: nonostante le rassicurazione della mia responsabile, fino al 31 dicembre non saprò se sono scaduto o no. Un pò come la zuppa con la data di scadenza. Che giorni fantastici che mi aspettano...emozioni...emozioni...emozioni...speriamo che le coronarie tengano, e se terranno anche quella sarà una buona notizia, non dovrò andare dal cardiologo. Sai che fortuna ad essere precari!?

venerdì 5 novembre 2010

Io precario, posso emozionarmi

Si dice che la nostra epoca sia caratterizzata da una marea di cose.
Tra queste anche da una certa incapacità di provare emozioni. Una specie di apatia emotiva, spesso associata a depressione e via dicendo. Insomma la nostra non pare un'epoca in cui le emozioni occupano il posto che dovrebbero occupare. Che poi quale posto debbano occupare esattamente nessuno lo sa. Però è bello dirlo e qualcosa di tendenzialmente corretto in queste affermazioni lo si vede.
Al contrario la ragione, la logica, l'intelletto, la scienza razionale e statisticamente provata stanno guidando uomini, donne, giovani di ogni dove.
In parte mi sento di condividere queste riflessioni anche se non vorrei drammaticamente nascondere ciò che di utile la ragione porti alle nostre vite. In una situazione di pericolo l'uso della ragione è decisamente molto più utile di quello dell'emozione.
In generale tuttavia noto attorno a me, e forse altri lo noteranno in me, un sottofondo depressivo e razionale che poco spazio lascia all'emozione intesa come entusiasmo, avere il fuoco dentro, ma soprattutto, per come la vedo io come la capacità di essere in contatto con se stessi.

La settimana scorsa mi è accaduta una cosa straordinaria: ci avviciniamo alla fine dell'anno e come ogni fine dell'anno, da un pò d'anni a questa parte, comincio a preventivare che l'anno prossimo forse sarò a spasso, non avrò lavoro, cosa farò, cosa non farò e via discorrendo.

Insomma è un periodo tendenzialmente angosciante e preoccupante. In cui realmente sono in contatto con me stesso e dove, paradossalmente l'emozione - la paura di - guida la ragione - le risorse da attivare in caso di -.
Quindi è un periodo emotivamente molto attivo.

La settimana scorsa dicevo, una delle mie responsabili mi ha spifferato in anteprima che anche per il prossimo anno mi viene confermato il contratto (fino a dicembre 2011).
Ecco, in quel momento ho capito cosa voglia dire avere la fortuna di essere precari in un mondo dove l'alexitimia (informatevi se volete saper cosa sia) la fa da padrona.
Essere precari vuol dire avere la possibilità di provare e vivere emozioni forti. Ma realmente forti e pervasive: avere la sensazione di essere sul baratro e subito dopo sapere di essere salvi, ancora per un pò. Credo che neppure il giocatore d'azzardo abbia la fortuna di accedere ad un patrimonio emotivo a così ampio spettro. Altrimenti smetterebbe di giocare e si darebbe al precariato per mestiere.

Non ho bisogno di drogarmi per avere emozioni, mi basta il mio precariato che mi angoscia, mi deprime, così come mi rende euforico quando è meno precario.

Droga? No grazie! Preferisco il precariato!

venerdì 22 ottobre 2010

oggi è venerdì: l'assenza del concetto di tempo

Stamane accompagno mio figlio all'asilo. Mi dice, mentre siamo in macchina: papà, domani è sabato, poi dopo c'è domenica e siamo a casa insieme. E' già, rispondo stampandomi un sorriso da ebete sulla faccia.
Lo porto in classe e una maestra dice all'altra "Ale, meno male che oggi è venerdì". Penso "ma andate a cagare".
Poi, dopo un'ora d'auto e trenta minuti trascorsi per trovare un parcheggio non a pagamento, finalmente entro al mio precario primo lavoro, timbro con un precario cartellino dove c'è scritto a chiare lettere "personale non dipendente" (giuro) e salgo nel mio luogo di lavoro. Sento un paio di persone che stancamente dicono "meno male che oggi è venerdì".
Andate a cagare lo avevo già pensato per le maestre di mio figlio. A queste dedico un beato "andate a dare via il deretano".
E poi, subito dopo l'illuminazione della ricerca postiva degli aspetti del precariato: domani è sabato e io lavorerò al mio secondo precario lavoro. Che bello, concentrerò tutta la gioia di stare con i miei bambini per la domenica. Questo è davvero bello. Un giorno solo ma concentrato. Sveglia presto, colazione insieme, piscina, giochi, pranzo, riposino, merenda, giochi, cena, film e poi tutti a letto. E a quel punto io penserò "dai, domani è lunedì, ricomincia una settimana, meno male che tra otto giorni (perchè il precario conta da giorno a giorno) è ancora domenica.

mercoledì 20 ottobre 2010

La capacità di rimanere a galla


Ieri mi hanno cercato telefonicamente. Ero in piscina. Quando sono uscito ho visto diverse chiamate. Ho contattato chi mi aveva cercato scusandomi del fatto che non avevo risposto perchè ero a nuotare. Adesso va detto che facendo due lavori, in uno dei due mi sono ritagliato del tempo che dedico alla piscina anzichè alla pausa pranzo. In realtà mi mangio un panino in macchina nello spostamento fino alla psicina, così mangio e nello stesso tempo risparmio sul pranzo.
Insomma fatto sta che questo tizio mi ha detto "ma che bella vita che fai!".
E lo diceva seriamente, non per sfottere. Ed è vero, anche io lo penso.
Avere il tempo per andare in piscina, dedicare del tempo a se stessi, così solo per il gusto di "volersi bene" non è cosa molto diffusa. Nella sfiga di non avere un lavoro fisso, dove dovrei giustamente attenermi a dei tempi, riesco ad avere la fortuna di ritagliare del tempo per andare a nuotare.
Si tratta pur sempre di rimanere a galla!

lunedì 18 ottobre 2010

senza titolo

Rieccomi qui a riesumare a distanza di un anno questo blog nel quale avrò postato si e no 7 discussioni. Oggi mi è venuta la curiosità di vedere quanta gente avesse letto queste righe e con mia immensa felicità ho visto che nessuno le ha mai lette. Praticamente scrivere questo blog o non scriverlo è la stessa cosa.
Eppure sono straconvinto che l'idea di guardare agli aspetti positivi del parecariato non sia malvagia. Insomma se qualcuno mi legge me lo faccia sapere